martedì 26 febbraio 2013
Risotto alla verza con speck e provolone piccante
Il freddo sta finendo, ma ultimamente ci sono state ancora alcune gelate e le verze di quest'anno hanno un gusto davvero notevole.Voglio proporvi allora un'altra ricetta con questa verdura povera, ma di grande resa, un primo di gusto e di "volume", infatti la verza in cottura si espande e quindi fa "gonfiare" il risotto.
Ingredienti x 2:
160gr riso per risotti
Mezza verza
60gr speck a cubetti
60gr provolone piccante
Mezzo litro di brodo vegetale
Olio evo
Vino bianco
Versate un cucchiaio d'olio in una capiente padella ed aggiungete lo speck. Cuocete per 2 minuti e quindi aggiungete anche il riso e fatelo tostare (altri 2 minuti). Versate un bicchiere di vino bianco e fatelo sfumare a fiamma viva, quando sarà asciugato aggiungete il brodo e la verza lavata e tritata finemente.
Mescolate e fate cuocere per circa 15-20 minuti controllando che il riso non attacchi, quindi mescolando ed aggiungendo eventualmente un po'd'acqua calda. Il risotto è pronto quando i chicchi di riso saranno tutti di colore uniforme.
A quel punto mantecate col provolone grattugiato con una grattugia a fori larghi.
Per servirlo io ne ho messa qualche cucchiaiata in una ciotola per macedonia che poi ho ribaltato sul piatto da portata.
questo piatto diventa dieta-compatibile eliminando, a scelta, il provolone o lo speck. Mi raccomando: non aggiungete parmigiano! ;)
lunedì 18 febbraio 2013
Arrotolato di Tacchino
Ho preparato questo arrotolato verso Natale, in effetti per una domenica in famiglia allargata fa una gran scena e non richiede neppure un tempo troppo lungo per la preparazione (la cottura è un altro discorso!).
L'ho fatto in nome della mia nonna paterna, Antonietta, lombarda di origine lodigiana, che ha preparato per le domeniche a pranzo con me ed i miei genitori tanti polpettoni ed arrosti arrotolati. Credo che uno uguale a questo non l'abbia mai fatto, lei usava la carne trita per fare il "ripieno" (proprio come nome di preparazione da mettere anche nei "rustin"...in effetti il suo tipico polpettone era un enorme "rustin", involtino tipico lombardo). Lo dedico comunque alla mia nonna per l'affetto e l'emozione con cui l'ho preparato.
Ingredienti:
1 fetta di tacchino per arrotolato
2 uova
4 fette di mortadella
200 gr spinaci surgelati
Parmigiano
Prezzemolo
Sale e pepe
Per prima cosa assicuratevi che la fetta di tacchino sia ben
sottile e, nel caso serva, battetela col batticarne.
Preparate quindi una normale frittata sbattendo le uova in
una ciotola con un po’di prezzemolo; fate scaldare poco olio in una padella,
quindi versate le uova sbattute e cuocete finchè, muovendo la padella, la
frittata non si staccherà da sola, quindi giratela, cuocetela ancora per mezzo
minuto, spegnetela e fate raffreddare.
Cuocete gli spinaci in una padella con un bicchiere
abbondante d’acqua per circa 10 minuti, conditi con un po’ di sale. Fate
attenzione che abbiano perso quasi tutta l’acqua perché altrimenti quando
affetterete l’arrotolato uscirà tutta e potrebbe anche aver impedito una
cottura uniforme.
Componete quindi l’arrotolato:
- stendete la fetta di tacchino
- cospargetela di parmigiano
- disponetevi sopra la frittata, gli spinaci e la mortadella
Se volete potete invertire l’ordine di mortadella e
frittata, ma consiglio di tenere gli spinaci in mezzo perché mortadella e
frittata “scivolano” quando si arrotola e gli spinaci “frenano”un po’.
Arrotolate dunque la fetta su sé stessa e legate con dello
spago da cucina nel modo che vi riesce meglio, salate, pepate e se volete
aggiungete anche rosmarino e due chiodi di garofano tritati.
Cuocete in forno a 180° per un’ora abbondante, bagnando di
tanto in tanto con vino bianco.
domenica 10 febbraio 2013
Brownies di SanValentino
menu di SanValentino: parte 2
Eccoci al secondo appuntamento di quella che ho pensato quest'anno essere la cena di san Valentino.
Si tratta di un dolce e qualcuno potrebbe pensare che ho saltato il secondo. Per carità hanno ragione, il fatto è questo: innanzitutto le dosi possono essere variate a piacere e quindi si può liberamente mangiare 120 gr di Pasta alla Nduja e poi 3-4 brownies. Per il resto...beh, per l'attività fisica i carboidrati sono "la meglio cosa" e poi, se dopo mangiato si vuole combinar qualcosa mica ci si può imbottire!!! ;)
In particolare veniamo ai brownies, altro dolce americano che come i muffin ho sempre pensato di preparare e mai fatto davvero. "Questa volta ci siamo!" mi sono detta, dopo avere pensato a questo taglio romantico giusto per questa festa romantica.
Ingredienti:
200gr cioccolato
fondente
2 cucchiai cacao
amaro
100gr burro
3 uova
120gr zucchero
100gr farina
50gr frutta
secca
Mezzo cucchiaino di bicarbonato
Fondere a bagnomaria il cioccolato col burro.
Per fare questo io ho tritato al mixer il cioccolato (pochi
colpi al massimo della potenza)e l’ho messo in una ciotola di vetro. Ho quindi
messo la ciotola sopra una pentola con dentro 3 dita d’acqua a bollore. La
ciotola deve fare “da coperchio” alla pentola. Ho quindi sciolto il tutto
tenendo il fuoco al minimo e poi ho lasciato raffreddare qualche minuto.
Sbattete le uova con lo zucchero, aggiungete la farina, il
cacao e il bicarbonato amalgamando bene (io ho usato le fruste elettriche).
Unite quindi il cioccolato sciolto col burro e amalgamate bene usando una
spatola o un cucchiaio. Da ultimo unite la frutta secca tritata grossolanamente
e infornate usando uno stampo rettangolare non grande. Per la cottura 180° per
una mezz’ora dovrebbero bastare.
Con un tagliabiscotti a forma di cuore ricavate i
brownies e serviteli spolverizzati con
lo zucchero a velo o con una pallina di gelato alla crema o vaniglia.
PS: se non avete un tagliabiscotti tagliate semplicemente la
torta a quadrati.
martedì 5 febbraio 2013
Spaghetti alla nduja
MENU DI SAN VALENTINO: PARTE 1
Viviamo a Milano...beh, non proprio Milano, ma molto vicino, praticamente attaccati. In pratica siamo attaccati alla nuova fiera creata per l'expo. Questo per dire che ogni anno andiamo alla fiera per la "Fiera dell'artigianato" e ogni anno ci dirigiamo verso la zona della Calabria alla ricerca di un banchetto che venda salsicce e sottolii alla ricerca di quel meraviglioso e forte insaccato che é la Nduja.
Si tratta di una specie di salsiccia, la forma ricorda quella del salame Golfetta, ma molto più piccola (tipo la metà), ha una pasta più omogenea, infatti si spalma sui crostini, é rossa e molto piccante.
In effetti in casa nostra si mangia piccante, decisamente piccante se il piatto lo richiede.
E questo piatto, semplice, rapido e di pura origine calabra (ringraziamo la collega di mio marito per la ricetta) richiede sicuramente un palato non debole per il piccante.
Inoltre si sa che il piccante è afrodisiaco ;-)
Ingredienti x 2:
160gr spaghetti o altra pasta secca
una fetta di nduja (noi usiamo lo spessore di un dito, ma dipende dal vostro gusto)
Olio
4 cucchiai di pangrattato
Grana o pecorino (facoltativo)
Portate a bollore 2 litri d'acqua leggermente salata e tuffateci la pasta. Mentre cuoce prendete una padella, che possa poi contenere anche la pasta, e versate un cucchiaio d'olio, aggiungete la nduja e cuocete a fuoco medio finché si sarà sciolta creando una cremina rossa. Per fare questo aggiungete pure qualche mestolino d'acqua della pasta quando vedete che la salsa si asciuga, non siate parsimoniosi!!! La salsa asciuga in fretta! Quando la pasta sarà cotta scolate (non troppo, mantenete la pasta un po' "bagnata") e versatela nella padella, mantecate qualche momento e servite cospargendo con pangrattato e grana o pecorino.
Variante:
Questa variante è collaudata ed approvata dal marito ;-).
Aggiungete alla nduja, nella padella quando è già sciolta, un porro, pulito e affettato e cuocetelo aggiungendo un abbondante mestolo d'acqua della pasta (tempo di cottura: 7-8 minuti). Il resto della ricetta resta invariato.
Viviamo a Milano...beh, non proprio Milano, ma molto vicino, praticamente attaccati. In pratica siamo attaccati alla nuova fiera creata per l'expo. Questo per dire che ogni anno andiamo alla fiera per la "Fiera dell'artigianato" e ogni anno ci dirigiamo verso la zona della Calabria alla ricerca di un banchetto che venda salsicce e sottolii alla ricerca di quel meraviglioso e forte insaccato che é la Nduja.
Si tratta di una specie di salsiccia, la forma ricorda quella del salame Golfetta, ma molto più piccola (tipo la metà), ha una pasta più omogenea, infatti si spalma sui crostini, é rossa e molto piccante.
In effetti in casa nostra si mangia piccante, decisamente piccante se il piatto lo richiede.
E questo piatto, semplice, rapido e di pura origine calabra (ringraziamo la collega di mio marito per la ricetta) richiede sicuramente un palato non debole per il piccante.
Inoltre si sa che il piccante è afrodisiaco ;-)
Ingredienti x 2:
160gr spaghetti o altra pasta secca
una fetta di nduja (noi usiamo lo spessore di un dito, ma dipende dal vostro gusto)
Olio
4 cucchiai di pangrattato
Grana o pecorino (facoltativo)
Portate a bollore 2 litri d'acqua leggermente salata e tuffateci la pasta. Mentre cuoce prendete una padella, che possa poi contenere anche la pasta, e versate un cucchiaio d'olio, aggiungete la nduja e cuocete a fuoco medio finché si sarà sciolta creando una cremina rossa. Per fare questo aggiungete pure qualche mestolino d'acqua della pasta quando vedete che la salsa si asciuga, non siate parsimoniosi!!! La salsa asciuga in fretta! Quando la pasta sarà cotta scolate (non troppo, mantenete la pasta un po' "bagnata") e versatela nella padella, mantecate qualche momento e servite cospargendo con pangrattato e grana o pecorino.
Variante:
Questa variante è collaudata ed approvata dal marito ;-).
Aggiungete alla nduja, nella padella quando è già sciolta, un porro, pulito e affettato e cuocetelo aggiungendo un abbondante mestolo d'acqua della pasta (tempo di cottura: 7-8 minuti). Il resto della ricetta resta invariato.
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